martedì 30 novembre 2010

L'elenco iscritti al Mondiale 2011

La FIA ha reso noto l'elenco provvisorio delle iscrizioni al Campionato Mondiale di Formula 1 del 2011. Come previsto, nulla cambia per i top team (Red Bull, McLaren, Ferrari e Mercedes), i cui abitacoli sono "blindati" e occupati, per la prossima stagione, dagli stessi piloti del campionato appena concluso. Anche la Lotus ha mantenuto i due piloti 2010, mentre la Sauber ha affiancato il giovane Sergio Pérez al confermato Kobayashi.
In tutte le altre scuderie esistono tutt'ora dei posti vacanti, o comunque delle situazioni di incertezza. Per affiancare Kubica in Renault, oltre a quella di Petrov si vociferano le candidature di ben quattro piloti tedeschi, vale a dire Sutil, Glock, Hulkenberg e Heidfeld.
A raggiungere Barrichello in Williams potrebbe essere invece Pastor Maldonado (nella foto), fresco vincitore della GP2.
Non ci sono ancora certezze in Force India che, oltre a Sutil e Liuzzi, sta prendendo in considerazione i nomi di Chandok, Heidfeld e diResta. La Toro Rosso non ha ancora comunicato ufficialmente i nomi dei suoi piloti, ma la conferma di Buemi ed Alguersuari è data per certa.
Per la HRT si fanno i nomi di Klien, Senna, de la Rosa e Hülkenberg, mentre la Virgin è in trattativa con Glock, van der Garde, d'Ambrosio e di Grassi.

Elenco Iscritti provvisorio al Campionato Mondiale FIA di Formula 1 2011

Red Bull Racing
1. Sebastian Vettel
2. Mark Webber

Vodafone McLaren Mercedes
3. Jenson Button
4. Lewis Hamilton

Scuderia Ferrari Marlboro
5. Fernando Alonso
6. Felipe Massa

Mercedes GP Petronas F1 Team
7. Michael Schumacher
8. Nico Rosberg

Renault F1 Team
9. Robert Kubica
10. NC

AT&T Williams
11. Rubens Barrichello
12. NC

Force India F1 Team
14. NC
15. NC

Sauber F1 Team
16. Kamui Kobayashi
17. Sergio Pérez Mendoza

Scuderia Toro Rosso
18. NC
19. NC

Team Lotus
20. Jarno Trulli
21. Heikki Kovalainen

HRT F1 Team
22. NC
23. NC

Marussia Virgin Racing
24. NC
25. NC

sabato 20 novembre 2010

Le pagelle del mondiale 2010

L'automobilismo, si sa, è uno sport anomalo, che permette al talento di emergere solo se assistito dalla competitività del mezzo meccanico. Per le valutazioni dei piloti ho voluto allora "sdoganare" del tutto il loro merito dal risultato finale ottenuto, giudicandoli in relazione al contesto in cui si sono trovati ad esprimersi.

Rosberg: 10 - E' stato il primo in classifica tra i piloti delle "altre" scuderie, quelle che non potevano permettere di lottare per la vittoria nemmeno in una singola gara. Di più, è stato in grado di "doppiare" (142 punti contro 72) un compagno di squadra scomodo come Michael Schumacher. Forse sarebbe il momento di dare finalmente una monoposto top a Nico. Mi sbilancio: se avesse avuto una Red Bull sarebbe stato lui, il Campione del Mondo.

Kubica: 10 - Autentico purosangue, costretto a mordere il freno con una Renault forse non disastrosa, ma di certo non al livello delle vetture top. E', insieme a Rosberg, un'altra vittima della "blindatura" dei pochi abitacoli competitivi in Formula 1. Finchè non si libererà un posto nei top team saremo costretti a vederlo classificarsi dietro a piloti con meno talento di lui.

Kobayashi: 10 - Un debuttante come non se ne vedevano da anni. Frustrato a inizio stagione dai numerosi problemi tecnici della Sauber ha colto ogni singola occasione per far vedere di che pasta fosse fatto. Kamui non ha paura di nessuno e, a differenza di tanti blasonati colleghi, sa come si sorpassa, anche quando il suo mezzo non offre nessun vantaggio prestazionale.

Vettel: 9 - Non me la sento di dargli il massimo dei voti perchè la sua stagione non è stata esente da errori, ma è stato comunque il più forte tra i sei (quattro?) contendenti al titolo. Imbattibile sul giro singolo ha mostrato qualche limite nella gestione delle situazioni di gara, ma è giovane e, se colmerà tali lacune, diventerà ancora più forte. Onore al Campione del Mondo 2010.

Petrov: 9 - Ci volevano far credere che fosse una operazione pubblicitaria ma Vitaly si è presentato battagliando alla pari con uno scatenato Hamilton alla sua prima gara in Formula 1. La stagione è stata caratterizzata da alti e bassi, non sempre imputabili al pilota, ma chi è in grado di star davanti a Kubica (anche se solo in alcune occasioni) alla sua prima stagione, di stoffa ne deve avere da vendere.

Webber: 8 - L'avevo scritto prima di metà stagione: Mark non aveva la concentrazione necessaria per vincere il titolo. Ha rischiato ugualmente di vincerlo, complici gli errori della squadra e degli avversari, ma l'altalenanza delle sue prestazioni non gli ha permesso di compiere il "colpaccio" della carriera. E' probabile che si ritirerà senza titolo, e un pò dispiace, ma non ha fatto quanto avrebbe dovuto per raggiungere questo ambizioso traguardo.

Hamilton: 8 - Lo dicono in tanti, estimatori e detrattori: quando è in forma Lewis è in grado di compiere qualsiasi impresa. Il limite sembra però proprio uno stato di forma (o di concentrazione) altalenante, al di là delle prestazioni della sua McLaren (tutt'altro che costanti). Errori come quello di Monza diventano sempre più difficili da perdonare ad un Campione del Mondo. Però ci ha fatto vedere dei sorpassi niente male.

Barrichello: 8 - Alzi la mano chi avrebbe pensato di vedere il "vecchio" Rubinho, con una Williams dotata dello stesso motore delle vetture di "serie B", costantemente in zona punti nella seconda parte della stagione. Rubens ha mostrato una tenacia eccezionale, ed una dedizione encomiabile, che lo hanno portato a risultati incredibili come il quarto posto di Valencia ed il decimo posto finale in classifica.

Alonso: 7 - Ha rischiato di vincere il mondiale alla sua prima stagione in Ferrari, dopo due anni di "purgatorio" in Renault, ma Fernando non sembra più lo stesso dei titoli 2005/2006, rimasto forse segnato dalla drammatica stagione 2007, caratterizzata dal dualismo con Hamilton e dall'incredibile "regalo" del titolo a Raikkonen. Sicuramente veloce ma più ansioso e capriccioso di come lo conoscevamo, Fernando ha sbagliato molto durante la stagione, e non sempre è stato possibile "metterci una pezza". I ferraristi che lo insultavano ai tempi di Renault e McLaren, però, l'hanno subito adottato a nuovo idolo infallibile.

Button: 7 - Lasciare la scuderia con cui si è appena vinto il titolo per andare a fare il compagno di squadra del coccolato Hamilton in McLaren non è stata una scelta comoda per Jenson, e solo per questo merita rispetto. Alla fine ha concluso la stagione al quinto posto in classifica, subito dietro Lewis, e ritengo che sia comunque un risultato soddisfacente. Se avrà una McLaren al top per tutta la stagione sarà chiamato a dimostrare che il titolo del 2009 non è stato un "bluff".

Hulkenberg: 7 - Forse un pò oscurato da altri rookies come Kobayashi e Petrov, Nico ha comunque disputato una stagione positiva, andando a cogliere un inaspettato acuto con la pole position di Interlagos. Era difficile tenere il passo dell'esperto compagno di squadra Barrichello, ma Nico si è fatto vedere più di una volta in zona punti.

Heidfeld: 7 - Ripescato a fine stagione per sostituire de la Rosa in Sauber, Nick non si è fatto pregare per mostrare che il suo talento è rimasto inalterato, nonostante la "ruggine" accumulata. 6 punti conquistati in sole 5 gare, con una vettura non certo al top.

Massa: 6 - Più o meno in linea con le aspettative per la prima parte di stagione, Felipe stava facendo la sua gara dell'anno proprio in Germania, prima della "chiamata al dovere". Da quel momento in poi il brasiliano è stato sempre più deludente, e non credo che sia una coincidenza...

Schumacher: 6 - Criticare Michael nella stagione del suo rientro sarebbe un pò come sparare sulla croce rossa. Il quarantunenne pilota tedesco ha dimostrato un coraggio del tutto diverso da quello ostentato nel corso della sua carriera (macchiata da tanti episodi "dubbi") e anche solo per questo merita la sufficienza sulla fiducia. Naturalmente tutti si aspettano qualcosa in più per il prossimo anno...

Buemi: 6 - Probabilmente si attendeva di meglio dalla Toro Rosso, che è risultata l'ultimo team tra quelli "anziani", e le prestazioni del mezzo hanno condizionato la stagione di Sebastien, che è comunque riuscito a finire a punti in quattro occasioni.

Alguersuari: 6 - Stesso discorso del compagno di squadra. Jaime ha messo in mostra una apprezzabile grinta, pur relegato a lottare nelle retrovie dalla sua Toro Rosso. E' uno di quei piloti che andrebbero valutati su di un mezzo più competitivo.

Sutil: 5 - La Force India era attesa ad una stagione in cui potesse addirittura insidiare, in qualche occasione, i top team. Invece le prestazioni della squadra indiana sono calate per tutta la stagione, finendo in classifica dietro anche a Renault e Williams. Adrian ha pagato la scarsa competitività del mezzo ed è sembrato perdere lucidità e concentrazione. Dopo aver impressionato al debutto, ora rischia di venir dimenticato dai top team per una eccessiva permanenza in una squadra di secondo piano. Sarebbe un peccato.

de la Rosa: 5 - L'ultima chance della carriera per Pedro è stata frustrata prima da una Sauber inconsistente all'inizio della stagione e poi da un compagno di squadra "scomodo" come Kobayashi. Veloce lo è sempre stato ma qualcosa non ha funzionato ed ha subito l'onta della sostituzione prima della fine del campionato.

Liuzzi: 4 - La Force India, come detto, non è stata competitiva come ci si attendeva, ma il suo compagno di squadra è comunque stato capace di ottenere più del doppio dei punti di Vitantonio, la cui prestazione deve quindi essere considerata negativa.

Kovalainen, Trulli, Glock, Di Grassi, Chandhok, Senna, Yamamoto: S.V. - Difficile dare un voto a coloro che si sono sobbarcati l'ingrato compito di sviluppare le nuove monoposto, gareggiando in una categoria a parte, preferisco "rimandarli" alla prossima stagione. Esprimo solo un pizzico di amara delusione per il debutto pressochè disastroso di Bruno Senna che sembra aver dimostrato che il talento non è una "questione di geni"...

martedì 16 novembre 2010

La Red Bull avrebbe perso se avesse attuato i giochi di squadra consigliati dai "fini strateghi" italiani

In seguito alle ben note vicende di Hockenheim tutti i giornalisti e gli opinionisti italiani si sono affrettati a giustificare l'operato della Ferrari, seguiti a ruota dalle tante "pecore" (senza offesa per gli ovini) che affollano il nostro Bel Paese. E' così in tanti si sono riempiti la bocca con sentenze come "i giochi di squadra esistono sin dai tempi di Nuvolari"... a parte il fatto che Mazzoni e compagnia cantante sembrano far finta di dimenticare che l'articolo 39.1 del regolamento sportivo vieta gli "ordini di scuderia" e non i "giochi di squadra" (due cose ben diverse), visto che il suddetto articolo è stato introdotto nel 2002 e che Tazio Nuvolari è morto nel 1953, forse bisognerebbe regalare un pallottoliere a questi pensatori "indipendenti". Sarebbe come dire che l'uxoricidio non è reato perchè esiste dai tempi dell'antica Persia... beh, ci auguriamo che questi novelli giuristi non si sposino mai.
Ma i "fini strateghi" che hanno supportato l'illecita (è bene ricordarlo) condotta Ferrari si sono spinti oltre, criticando la Red Bull che non si omologava a tale standard di sportività imponendo ai suoi piloti un risultato deciso "a tavolino". In tanti hanno sostenuto che in Brasile avrebbero dovuto lasciar vincere Webber piuttosto che Vettel, in modo da massimizzare le possibilità di conquistare il titolo piloti. Ora, so che parlare col senno di poi è facile, ma la tentazione di fare due conti e sbugiardare la presunta "astuzia" di questi "esperti" è troppo forte. Se Vettel avesse lasciato passare Webber a Interlagos, ora si ritroverebbe con 7 punti in meno che avrebbero consentito ad Alonso di laurearsi campione del mondo. Non mi si venga a dire che con Webber a solo 1 punto di distacco da Alonso le cose si sarebbero svolte diversamente: Mark era evidentemente poco competitivo ad Abu Dhabi, lo si è visto sia in qualifica che in gara e non avrebbe saputo comunque sopravanzare Fernando. Dunque se i "giochi di squadra" alla fine non hanno pagato per la Ferrari, sarebbero risultati deleteri anche per la Red Bull, se li avesse attuati, e questo sarebbe bene ricordarlo a Mazzoni, Giovannelli and company, prima che tornino a sputare le loro sentenze.
Per una volta, lasciatemi difendere la Ferrari dai tanti "guru della strategia" che ora gridano allo scandalo accusando il muretto della scuderia italiana di incompetenza e chiedendo addirittura le dimissioni di qualcuno: seguendo i consigli di questi "esperti" perfino la Red Bull avrebbe perso il mondiale, quindi non hanno il minimo titolo per criticare la strategia adottata ad Abu Dhabi. Alonso e la Ferrari hanno fatto il loro dovere stando davanti a Webber, e non c'era modo di prevedere la ritrovata competitività di entrambe le McLaren. Per stare davanti a Rosberg e Petrov poi, l'unica soluzione sarebbe stata condividere il loro azzardo di fermarsi ai box in occasione del regime di safety car, soluzione impensabile per il leader della classifica.

domenica 14 novembre 2010

GP Abu Dhabi: Vettel rimette a posto le cose e va a prendersi il suo titolo di Campione del Mondo 2010

Rischiava di trasformarsi in una farsa questo ultimo atto del Campionato Mondiale 2010 di Formula 1, con Alonso che poteva permettere alla Ferrari di perpetrare l'ennesimo "scippo" della sua recente storia sportiva, dopo i tanti dell'era Schumacher. Ci ha invece pensato Sebastian Vettel, con un successo perentorio e cristallino, a ristabilire l'ordine dei valori sportivi, diventando il più giovane campione del mondo della storia della Formula 1.
10 pole position e 5 vittorie danno già la misura della sua superiorità in questo campionato, ma se aggiungiamo che stava dominando anche in altre 4 gare prima di essere ostacolato da problemi di varia natura e che è di gran lunga colui che ha compiuto più giri in testa, non rimane spazio per obiezioni. Nonostante i soli 23 anni di età Sebastian è stato, tra i contendenti al titolo, quello che ha sbagliato meno e che più ha saputo gestire la pressione, mostrando una superiorità netta.
Non ho mai negato di nutrire simpatie per Mark Webber, ed avrei avuto piacere che l'australiano vincesse il titolo come coronamento di una carriera troppo avara, ma bisogna essere obiettivi ed ammettere che il suo giovane compagno di squadra è stato più bravo di lui, e di tutti.
Il secondo Gran Premio di Abu Dhabi è stato un monologo di Vettel che ha avuto la meglio su Lewis Hamilton e Jenson Button, alla guida entrambi di una McLaren finalmente competitiva. Sebastian non ha sbagliato nulla, artigliando la pole position al sabato, nonostante uno scatenato Hamilton gliela abbia contesa fino all'ultimo secondo, e gestendo magistralmente la sua leadership nella gara (abbandonata solo momentaneamente in occasione dei pit-stop).
Ci hanno poi pensato alcuni tra i talenti migliori della Formula 1 a relegare Fernando Alonso in una posizione che non gli ha permesso di conservare il cospicuo margine di vantaggio che aveva su Vettel (ben 15 punti): Nico Rosberg, Robert Kubica e Vitaly Petrov sono infatti giunti ai piedi del podio, grazie anche ad una strategia vincente attuata da Mercedes e Renault.
Ancora una volta voglio sottolineare la bravura mostrata dal russo Vitaly Petrov su Renault che, su un circuito a lui sconosciuto, è riuscito a stare davanti in prova al suo velocissimo compagno di squadra Kubica, e a tenere dietro lo stesso Alonso per tutta la gara. Se Petrov restasse "a piedi" nel prossimo campionato, sarebbe l'ennesima ingiustizia perpetrata da una Formula 1 dominata dagli interessi economici e con i posti migliori sempre "blindati": gli abitacoli competitivi non sono mai più di 6, ed è un peccato che sicuri protagonisti come Rosberg e Kubica siano relegati su vetture di secondo piano e siamo sicuri che se ci fossero stati loro su McLaren e Ferrari, al posto ad esempio di Button e Massa, il campionato avrebbe avuto ben altro spessore e, probabilmente, esito diverso.

F.1 Abu Dhabi Grand Prix 2010 (Yas Marina Circuit)
1. Vettel, Red Bull-Renault 1h39m36.837s
2. Hamilton, McLaren-Mercedes + 10.1s
3. Button, McLaren-Mercedes + 11.0s
4. Rosberg, Mercedes + 30.7s
5. Kubica, Renault + 39.0s
6. Petrov, Renault + 43.5s
7. Alonso, Ferrari + 43.7s
8. Webber, Red Bull-Renault + 44.2s
9. Alguersuari, Toro Rosso-Ferrari + 50.2s
10. Massa, Ferrari + 50.8s
11. Heidfeld, Sauber-Ferrari + 51.5s
12. Barrichello, Williams-Cosworth + 57.6s
13. Sutil, Force India-Mercedes + 58.3s
14. Kobayashi, Sauber-Ferrari + 59.5s
15. Buemi, Toro Rosso-Ferrari + 1m03.1s
16. Hulkenberg, Williams-Cosworth + 1m04.7s
17. Kovalainen, Lotus-Cosworth + 1 lap
18. Di Grassi, Virgin-Cosworth + 2 laps
19. Senna, HRT-Cosworth + 2 laps
20. Klien, HRT-Cosworth + 2 laps
21. Trulli, Lotus-Cosworth + 4 laps

Classifica Campionato Mondiale Piloti
1. Vettel 256
2. Alonso 252
3. Webber 242
4. Hamilton 240
5. Button 214
6. Massa 144
7. Rosberg 142
8. Kubica 136
9. Schumacher 72
10. Barrichello 47
11. Sutil 47
12. Kobayashi 32
13. Petrov 27
14. Hulkenberg 22
15. Liuzzi 21
16. Buemi 8
17. De la Rosa 6
18. Heidfeld 6
19. Alguersuari 5

Classifica Campionato Mondiale Costruttori
1. Red Bull-Renault 498
2. McLaren-Mercedes 454
3. Ferrari 396
4. Mercedes 214
5. Renault 163
6. Williams-Cosworth 69
7. Force India-Mercedes 68
8. Sauber-Ferrari 44
9. Toro Rosso-Ferrari 13

mercoledì 10 novembre 2010

Perchè la Ferrari non merita il titolo

Alla vigilia dell'ultima gara del campionato la leadership di Fernando Alonso nella classifica piloti getta fosche ombre sulla credibilità del Campionato Mondiale 2010 di Formula 1. Ripercorriamo gli episodi che hanno viziato il campionato delle "rosse" e portato Alonso in una posizione assolutamente non meritata.

Bahrain, primo Gran Premio dell'anno: le Ferrari si presentano ai nastri di partenza con dei cerchi ruota dotati di appendici aerodinamiche rimuovibili. La soluzione sarebbe vietata dal regolamento, ma siccome la "propaggine" è realizzata nello stesso materiale del cerchio, viene fatta passare come una parte di un cerchio ruota "componibile". La FIA non indaga e la Ferrari mantiene l'eventuale vantaggio tecnico sugli altri concorrenti per tutta la durata del campionato.

Cina, quarto Gran Premio dell'anno: Alonso supera il compagno Massa con una manovra azzardata in entrata dei box, costringendo Felipe a "fare la coda" dietro di lui per il necessario cambio gomme. Per un episodio assimilabile, ma molto meno pericoloso, la McLaren era stata oggetto di una penalizzazione nel 2007, mentre nessuna sanzione viene applicata alla Ferrari.

5 maggio 2010, tra il quarto ed il quinto Gran Premio dell'anno: la Ferrari riceve l'autorizzazione dalla FIA a modificare i propri motori, in deroga al regolamento che vieta qualunque modifica nel corso del campionato. L'intervento viene fatto passare come utile alla sicurezza (?) ma da questo momento in poi i motori Ferrari ritrovano prima l'affidabilità e poi la competitività.

Monaco, sesto Gran Premio dell'anno: Felipe Massa attraversa la linea di delimitazione in uscita della corsia dei box, ma nessuna sanzione viene applicata, ed il pilota brasiliano porta a casa un quarto posto, sottraendo punti preziosi a chi lo segue.

Turchia, settimo Gran Premio dell'anno: dopo essere stato a lungo incapace di sorpassare il russo Petrov, Alonso decide di farsi strada "con le cattive" e con un contatto poco ortodosso causa una foratura alla Renault. Nessuna investigazione viene compiuta.

Germania, undicesimo Gran Premio dell'anno: è l'episodio più clamoroso. In Ferrari viene "fatto capire" a Massa (primo in classifica) che sarebbe il caso di lasciar passare Alonso. La FIA riconosce la Ferrari colpevole di infrazione all'articolo 39.1 del regolamento ma la sanziona con una semplice ammenda pecuniaria, nonostante il regolamento preveda pene che vanno fino alla squalifica dalla gara o addirittura l'esclusione dal campionato. Contraddicendo il famoso adagio "il crimine non paga", la Ferrari si ritrova con il congruo bottino di punti della infamante doppietta.

Ungheria, dodicesimo Gran Premio dell'anno: la Ferrari si dota di ali anteriori flessibili e, improvvisamente, si ritrova l'unica monoposto in grado di contrastare la Red Bull sul tortuoso tracciato di Budapest. Dalla successiva gara nuovi criteri di controllo argineranno il fenomeno delle ali flessibili, ma i punti raccolti sul Hungaroring sono ormai in cascina.

Belgio, tredicesimo Gran Premio dell'anno: Felipe Massa anticipa la partenza, come mostrato dalla prova video, ma nessuna investigazione viene compiuta e nessuna sanzione applicata.

Singapore, quindicesimo Gran Premio dell'anno: Fernando Alonso scatta dalla pole position e, per non farsi superare da Vettel effettua due cambi di traiettoria, nonostante sia vietato dal regolamento. Nessuna investigazione compiuta e lo spagnolo conquista la vittoria.

Corea, diciassettesimo Gran Premio dell'anno: in occasione del primo regime di Safety Car Fernando Alonso rallenta arbitrariamente, staccandosi da Vettel che lo precede e accumulando ben più delle 10 lunghezze previste dal regolamento. Nessuna sanzione comminata, nonostante lo stesso Vettel fosse stato penalizzato in Ungheria per la stessa infrazione.
Nel successivo regime di Safety Car, mentre Alonso è ai box per una fermata difficoltosa, Massa, inspiegabilmente, rallenta vistosamente proprio nell'ultimo settore, consentendo al compagno di squadra di uscire dai box davanti a se, posizione che gli consentirà poi di cogliere il successo in seguito al ritiro di Vettel.

Se la giustizia sportiva in Formula 1 fosse una realtà non solo Alonso non sarebbe in testa al campionato, ma non sarebbe neppure matematicamente in corsa per il titolo. Ai motivi di ordine "morale" possiamo aggiungere poi considerazioni sportive riguardo la prestazione di Alonso nel campionato: delle 5 vittorie ottenute lo spagnolo ne deve 2 al ritiro di chi aveva davanti, una ai ben noti ordini di scuderia, una ad un pit-stop particolarmente rapido e l'unica affermazione piuttosto netta è stata viziata dallo zigzagare in fase di partenza.
Per quanto mi riguarda, quindi, non solo mi auguro, per il bene della Formula 1, che Alonso non si fregi del titolo di Campione del Mondo, ma non lo riconoscerei tale nemmeno se la malaugurata ipotesi dovesse concretizzarsi.

domenica 7 novembre 2010

GP Brasile: Red Bull campione del mondo e di stile

Non c'è stato nessun gioco di squadra in casa Red Bull che ha lasciato che Sebastian Vettel cogliesse in Brasile un successo meritato nonostante ciò significhi ridurre le possibilità di vincere il titolo piloti per Mark Webber. Onore al merito, quindi, di una scuderia che ha conquistato matematicamente il mondiale costruttori 2010 giocando in maniera "pulita", merito che non sarebbe nemmeno da enfatizzare se non fosse che altri concorrenti non hanno mostrato altrettanta sportività.
Il Gran Premio del Brasile 2010 è stato piuttosto noioso, con le due Red Bull mai impensierite da nessun avversario ed un solo sorpasso tra i contendenti al titolo, quello di Alonso su Hamilton (classificati terzo e quarto), peraltro favorito da un errore dell'inglese che aveva un assetto inefficiente per le gomme morbide. La gara ha così mantenuto interesse solo grazie alla bagarre nelle retrovie che ha offerto qualche sorpasso (spettacolare quello di Sutil nel finale) e diversi contatti. Doveroso citare il giovane Nico Hulkenberg, autore di una sensazionale pole position al sabato, dovendosi poi accontentare dell'ottavo posto finale.
Ancora una volta da censurare la condotta dei commentatori Rai che, per l'intero weekend (trasmesse anche le prove libere) hanno continuato ad additare la strategia Red Bull di non imporre manovre di squadra, come fosse un assurda ingenuità, invece di stigmatizzare chi non ha mostrato altrettanta dignità.
Ora il circus iridato vola ad Abu Dhabi per il suo atto conclusivo, con Alonso ancora al comando della classifica piloti davanti a Webber e Vettel che, nonostante i molti errori commessi (o forse proprio per quelli), sono i campioni morali di questo 2010, comunque vada a finire.

F.1 Brasilian Grand Prix 2010 (Interlagos)
1. Vettel, Red Bull-Renault 1h33:11.803
2. Webber, Red Bull-Renault + 4.243
3. Alonso, Ferrari + 6.807
4. Hamilton, McLaren-Mercedes + 14.634
5. Button, McLaren-Mercedes + 15.593
6. Rosberg, Mercedes + 35.300
7. Schumacher, Mercedes + 43.400
8. Hulkenberg, Williams-Cosworth + 1 lap
9. Kubica, Renault + 1 lap
10. Kobayashi, Sauber-Ferrari + 1 lap
11. Alguersuari, Toro Rosso-Ferrari + 1 lap
12. Sutil, Force India-Mercedes + 1 lap
13. Buemi, Toro Rosso-Ferrari + 1 lap
14. Massa, Ferrari + 1 lap
15. Petrov, Renault + 1 lap
16. Barrichello, Williams-Cosworth + 1 lap
17. Heidfeld, Sauber-Ferrari + 1 lap
18. Kovalainen, Lotus-Cosworth + 2 laps
19. Trulli, Lotus-Cosworth + 2 laps
20. Glock, Virgin-Cosworth + 2 laps
21. Senna, HRT-Cosworth + 2 laps
22. Klien, HRT-Cosworth + 6 laps

Classifica Campionato Mondiale Piloti
1. Alonso 246
2. Webber 238
3. Vettel 231
4. Hamilton 222
5. Button 199
6. Massa 143
7. Rosberg 130
8. Kubica 126
9. Schumacher 72
10. Barrichello 47
11. Sutil 47
12. Kobayashi 32
13. Hulkenberg 22
14. Liuzzi 21
15. Petrov 19
16. Buemi 8
17. De la Rosa 6
18. Heidfeld 6
19. Alguersuari 3

Classifica Campionato Mondiale Costruttori
1. Red Bull-Renault 469
2. McLaren-Mercedes 421
3. Ferrari 389
4. Mercedes 202
5. Renault 145
6. Williams-Cosworth 69
7. Force India-Mercedes 68
8. Sauber-Ferrari 44
9. Toro Rosso-Ferrari 11

mercoledì 3 novembre 2010

Ferrari: ci son stati ordini di squadra anche in Corea?

Lo "scoop" proviene dalle pagine del settimanale Autosport, il periodico specializzato più autorevole in Europa, che sostiene che la notizia provenga da una fonte interna (non rivelata) alla Scuderia Ferrari.
In occasione del regime di Safety Car conseguente all'incidente tra Buemi e Glock, la Ferrari effettuava il pit stop di Alonso dopo aver già effettuato quello di Massa, incappando però in un inconveniente con un dado ruota che faceva perdere quasi 3 secondi allo spagnolo. Nonostante ciò Alonso riusciva a non perdere più di una posizione in classifica (quella guadagnata da Hamilton) e ad uscire dai box in terza posizione, proprio davanti al compagno di squadra.
Analizzando i tempi sul giro si evince che proprio nel giro 31 (quello del pit stop di Alonso) Massa ha girato ben 2,5 secondi più lentamente di Hamilton che lo precedeva e che, se non avesse rallentato, sarebbe rimasto davanti ad Alonso. Ovviamente Massa, in assenza di comunicazioni, non non avrebbe potuto sapere del problema occorso ai box al compagno di squadra e decidere autonomamente di rallentare.
L'assenza di qualsiasi clamore riguardo l'episodio dimostra che in Ferrari hanno accettato di perpetrare questi giochi in maniera più "sottile", se non altro per non minare ulteriormente la credibilità della FIA, che avrebbe comunque leggittimato anche un'altra eventuale manovra eclatante come quella di Hockenheim.