martedì 10 agosto 2010

Red Bull e Ferrari: Le ali che "piegano" il regolamento

Come promesso, approfittiamo della pausa estiva del Mondiale per approfondire la spinosa questione delle "ali flessibili" che sta coinvolgendo i team Red Bull e Ferrari. Per farlo con un minimo di rigore, partiamo dalle regole.
Il regolamento tecnico della Formula Uno prescrive che la struttura principale delle ali anteriori debba essere situata a non meno di 85 millimetri dal suolo. In più, nell'articolo 3.15 viene specificato che qualunque appendice aerodinamica deve essere assicurata in maniera "rigida" al corpo della vettura e "deve rimanere immobile" rispetto a questo.
Veniamo ora ai fatti contestati: diversi filmati hanno evidenziato come le ali anteriori di Red Bull e Ferrari arrivino in particolari condizioni di utilizzo ad essere ben più vicine al suolo degli 85 millimetri prescritti. Addirittura, in presenza di forte carico aerodinamico, le bandelle laterali delle ali possono arrivare a toccare l'asfalto (come rivelato dallo sviluppo di scintille) sigillando la vettura a terra e generando il ben noto "effetto suolo".
Ricordiamo ai più giovani che tale fenomeno venne ricercato e sviluppato con tenacia dai costruttori di monoposto negli anni '70 e '80, grazie ad escamotages come le "minigonne", perchè potenzialmente foriero di grandi incrementi prestazionali, ed è stato successivamente messo al bando perchè giudicato estremamente pericoloso.
Senza addentrarci troppo nel tecnico, e semplificando molto, l'effetto suolo veniva raggiunto grazie a due elementi fondamentali: un fondo "ad ala rovesciata" per generare depressione aerodinamica sotto la vettura, e delle bandelle laterali (le minigonne, appunto) per isolare il flusso d'aria al di sotto della monoposto dalle turbolenze laterali e sigillare la vettura al suolo. Con l'introduzione del "fondo piatto" e la messa al bando delle minigonne l'autorità sportiva mise fine a questo capitolo di sperimentazione estrema.
In realtà l'effetto suolo non è del tutto scomparso dalla Formula 1 e gli odierni estrattori di flusso posteriori con le relative canalizzazioni sono una eredità di tale ricerca, generando un blando effetto di "risucchio" della vettura verso l'asfalto.
Tornando agli alettoni anteriori di Red Bull e Ferrari, le due squadre hanno ottenuto questo avvicinamento al suolo delle appendici grazie all'utilizzo di materiali più flessibili rispetto alla concorrenza. Il flusso d'aria che investe la vettura in movimento piega le ali (perchè sono deportanti, ovvero inclinate verso l'alto) avvicinandole al suolo e massimizzando il carico aerodinamico e l'aderenza dell'avantreno.
Impossibile determinare l'entità del vantaggio apportato da tale soluzione ma dati empirici suggeriscono che siamo ben oltre i benefici prodotti, ad esempio, dal sopravvalutato "f-duct". Martin Whitmarsh della McLaren suggerisce che si possa ricavare un punto di "downforce" ogni millimetro di abbassamento, il che vorrebbe dire un vantaggio di ben un secondo al giro per appena 25-30 millimetri di abbassamento. Per quanto tale stima possa apparire esagerata bisogna ammettere che Red Bull e McLaren mostravano prestazioni del tutto simili fino al Gran Premio di Silverstone, mentre in Ungheria la Red Bull ha improvvisamente scavato un divario "mostruoso" che si avvicinava ai 2 secondi al giro nei confronti delle McLaren. La stessa Ferrari che aveva mostrato prestazioni simili o poco inferiori rispetto al team inglese ha trovato in Germania ed in Ungheria un discreto margine cronometrico sulle McLaren. E non si è trattato di un calo prestazionale del team di Woking che ha mantenuto più o meno lo stesso vantaggio nei confronti di Mercedes, Renault e Williams.
Dal momento, quindi, che le ali flessibili sembrano svolgere un ruolo fondamentale negli equilibri del campionato, gli avversari di Red Bull e Ferrari vogliono ora avere una parola definitiva in merito dalla FIA prima di dedicare preziose risorse allo sviluppo di tale soluzione. Norbert Haugh della Mercedes ha dichiarato di voler solo essere sicuro che Charlie Whiting della FIA approvi questo tipo di sviluppo e che non intenda cambiare le regole dopo che anche gli altri team lo avranno implementato, perchè sarebbe un immane spreco di denaro e risorse in genere.
Noi spettatori non possiamo che stare a guardare questa Formula 1 che sembra rimescolare le carte ad ogni nuovo colpo di scena tecnico e sportivo. Se da un lato sono sempre propenso ad applaudire la genialità che porta lo sviluppo tecnico verso nuove frontiere (come dimenticare l'apporto di menti brillanti come Colin Chapman), dall'altro devo ammettere che questo episodio delle ali flessibili potrebbe aprire scenari inquietanti: sembra infatti che una monoposto di Formula 1 in movimento possa non rispettare specifiche che sono invece soddisfatte da ferma... era il principio che mosse proprio Colin Chapman ad introdurre il "doppio telaio", che però venne immediatamente bandito.

3 commenti:

  1. A volte penso che, dopo averli seguiti per 28 lunghi anni, dovrei abbandonare definitivamente la visione dei GP... Ormai non c'è una volta che, davanti la tv, non provi i seguenti sentimenti: rabbia, rancore, fastidio. E mi sembra che tutto ciò sia agli antipodi dal concetto di "sport" (per come lo intendo io, non certamente come il resto degli ita(g)liani).
    Un saluto affettuoso ad AltraF1. I tuoi articoli sono sempre lucidi e precisi.

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  2. Grazie db_70, cerco solo di fornire una informazione che non sia "omologata", cercando, nel mio piccolo, di colmare una lacuna evidente nella informazione sportiva italiana.

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  3. Ti propongo sin da adesso come capo della testata giornalistica sportiva della tv di stato... chiaramente nel mondo/società della mia realtà parallela :)

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