
Non vi è dubbio che la
popolarità della Formula Uno sia cresciuta enormemente negli ultimi 20 anni. Ancora negli anni '80 costituiva un "prodotto" di nicchia, quasi da "iniziati": la Rai non trasmetteva affatto le qualifiche e ricordo dirette di Gran Premi interrotte per mandare in onda il telegiornale.
Poi si è deciso di farne un
prodotto "di massa", da gettare in pasto al grande pubblico per riempire i (pochi) vuoti lasciati dal calcio, e quest'opera di massificazione mediatica ha inevitabilmente portato delle
conseguenze nefaste.
Per poter catturare gli
"appassionati della domenica" c'era bisogno di stuzzicare la naturale
faziosità della gente comune, quel bisogno quasi tribale di appartenenza ad un gruppo che è alla base delle tifoserie calcistiche. E così i
pochi appassionati si sono trasformati in
tanti tifosi. "Tifosi" è un termine che difficilmente avremmo sentito accostato all'automobilismo in passato. Provate invece ora a contare quante volte viene pronunciato da
Gianfranco Mazzoni durante una qualunque telecronaca...

Non cito a caso il cronista Rai, perchè proprio il giornalista abruzzese è stato strumento attivo di questo processo di
imbarbarimento: grazie anche alle sue cronache faziose la Scuderia Ferrari è diventata una sorta di
"nazionale" da difendere a spada tratta e il cui operato non va
mai messo in discussione. Mazzoni si comporta da vero e proprio
fomentatore, imbeccando con le sue sentenze proprio quella platea incompetente che chiede esattamente idee preconfezionate da poter utilizzare nelle chiacchiere da bar.
E così l'Italia intera si ritrova unita contro il presunto spionaggio di una scuderia inglese o contro una dubbia soluzione aerodinamica di alcuni team intraprendenti, ma ci si guarda bene dal parlare dei coprimozzi irregolari delle vetture italiane, dei comportamenti scorretti in pista dei piloti delle stesse, dei tanti favori ricevuti dalla FIA sotto forma di penalizzazioni assurde ed ingiustificate nei confronti dei rivali e, in definitiva, dei tanti titoli vinti in maniera del tutto
immeritata.
Al "tifoso", in fondo, basta vincere, o comunque sentirsi adulato quando si perde con argomentazioni che mostrino la propria squadra come la "migliore". Basta dire al pubblico esattamente ciò che vuole sentire per
riscuotere consensi... ma, per favore,
non chiamiamolo "giornalismo"!
Questo blog nasce dall'esigenza di ribellarsi a tale
informazione di regime e di dimostrare ai vari manipolatori mediatici e a tutti coloro che stanno cavalcando l'onda dell'involgarimento della Formula Uno che esistono ancora degli appassionati che
non sono beceri tifosi da compiacere e addomesticare. Telespettatori che hanno
occhi per vedere ciò che accade in pista a prescindere da ciò che il commentatore farnetica attraverso i microfoni, che usano ancora il proprio cervello per elaborare una opinione davvero personale, e che non pensano che l'orgoglio nazionale debba concretizzarsi in atteggiamenti omertosi nei confronti di comportamenti sportivi mafiosi.
Che siano in dieci o in mille a leggere queste righe non ha importanza, ciò che conta è che questo spazio costituisca un
manifesto di indipendenza che reclama
dignità per quella parte di fruitori del "prodotto Formula Uno" che non fanno parte del gregge addomesticabile e che non possono essere presi in giro.