sabato 27 giugno 2009

FOTA: gli interessi in gioco

I motivi dello spontaneo schierarsi dei mass media a fianco della Associazione dei Team di Formula Uno potrebbero essere più complessi di quanto non sembri ad una analisi superficiale (e partigiana).
Nella FOTA, attraverso i Team, sono rappresentati molti potenti gruppi industriali come Fiat, Mercedes, Renault e BMW che, insieme ad aziende di altri settori coinvolte in prima persona come la RedBull, sono tra i maggiori inserzionisti pubblicitari dei mass media più importanti.
Mosley sostiene che le pretese di un maggior coinvolgimento da parte della FOTA nell'attività di regolamentazione della Formula Uno, porterebbe l'autorità sportiva a perdere quella indipendenza che è garanzia di imparzialità. Tali costruttori inoltre spingerebbero sempre più in favore di una Formula Uno "a misura di grandi industrie" che penalizzerebbe i team privati e snaturerebbe uno sport che per decenni è stato animato dalla competizione tra la genialità di menti come Colin Chapman, Frank Williams, Guy Ligier o Ken Tyrrell e non certo dagli investimenti di colossi industriali.
E non si dica che è lo spettacolo che si vuole, perchè di spettacolo, ai tempi di Lotus, Brabham, Tyrrell e Ligier ce ne era in abbondanza, senz'altro molto più di adesso.
Forse Mosley non è questo paladino dello sport esente da "pruriti" personali, ma di certo la FOTA non difende solo gli interessi dello sport e dello spettacolo.

1 commento:

  1. Guarda che non siamo obbligati a guardare la F1. La versione attuale è diventata materia da azzeccagarbugli. Magari i famigerati gruppi industriali riescono a organizzarla per quello che è, una gara di corse. Personalmente, se non ce la fanno, cambio canale.

    RispondiElimina