
Appare evidente che la minaccia del fantomatico campionato alternativo fosse un bluff per tentare di impedire al massimo organo dell'autorità sportiva automobilistica di svolgere indipendentemente il proprio lavoro: stabilire le regole di questo sport.
Naturalmente è lecito aspettarsi che siano state fatte delle concessioni alle richieste della FOTA, come è normale che avvenga in ogni contrattazione, probabilmente sulle tempistiche di applicazione della riduzione dei costi. Ma il "salto mortale" operato dalla stampa italiana è quanto meno "ardito": i primi titoli infatti, in perfetta sintonia con la campagna "di regime" tesa ad appoggiare la presa di posizione di Ferrari e compagnia, parlano di "vittoria della FOTA" o di "sconfitta di Max Mosley" mostrando quale rispetto abbiano gli organi di informazione italiana per una utenza considerata assolutamente manipolabile.
La Formula Uno, dunque, resta una sola, quella regolamentata, come sempre, dalla Federazione Internazionale dell'Automobile. Forse la Ferrari si è resa conto che un campionato alternativo cui avevano dichiarato di aderire team vincenti come la RedBull non sarebbe stato quel terreno di facile conquista che sembrava essere inizialmente, quando i team dissidenti erano meno numerosi...
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