sabato 27 giugno 2009

FOTA: gli interessi in gioco

I motivi dello spontaneo schierarsi dei mass media a fianco della Associazione dei Team di Formula Uno potrebbero essere più complessi di quanto non sembri ad una analisi superficiale (e partigiana).
Nella FOTA, attraverso i Team, sono rappresentati molti potenti gruppi industriali come Fiat, Mercedes, Renault e BMW che, insieme ad aziende di altri settori coinvolte in prima persona come la RedBull, sono tra i maggiori inserzionisti pubblicitari dei mass media più importanti.
Mosley sostiene che le pretese di un maggior coinvolgimento da parte della FOTA nell'attività di regolamentazione della Formula Uno, porterebbe l'autorità sportiva a perdere quella indipendenza che è garanzia di imparzialità. Tali costruttori inoltre spingerebbero sempre più in favore di una Formula Uno "a misura di grandi industrie" che penalizzerebbe i team privati e snaturerebbe uno sport che per decenni è stato animato dalla competizione tra la genialità di menti come Colin Chapman, Frank Williams, Guy Ligier o Ken Tyrrell e non certo dagli investimenti di colossi industriali.
E non si dica che è lo spettacolo che si vuole, perchè di spettacolo, ai tempi di Lotus, Brabham, Tyrrell e Ligier ce ne era in abbondanza, senz'altro molto più di adesso.
Forse Mosley non è questo paladino dello sport esente da "pruriti" personali, ma di certo la FOTA non difende solo gli interessi dello sport e dello spettacolo.

venerdì 26 giugno 2009

La faziosa propaganda mediatica pone a rischio l'accordo FIA/FOTA appena raggiunto

A conferma di quanto sia stata strumentalizzata l'informazione da parte degli organi vicini alla FOTA, arriva pronta la reazione del presidente FIA Max Mosley, che mette in discussione l'accordo appena raggiunto.
Mosley ha affermato che l'accordo con Montezemolo si è concretizzato con l'intento di presentare ai media una ricomposizione positiva e concorde dello strappo tra le parti. Mosley si è detto stupefatto di come Ferrari e compagnia abbiano poi presentato i fatti alla stampa, suggerendo falsamente di aver "forzato" la rinuncia alla prossima candidatura dello stesso presidente (già prevista e annunciata), apostrofato con l'offensivo appellativo di "dittatore". Tale insinuazione sulla autorità del presidente risulta altresì offensiva per i 26 membri del consiglio mondiale che hanno votato ed approvato le regole della Formula Uno sin dagli anni '80.
Mosley scrive a Montezemolo che se desidera che gli accordi presi abbiano "qualche chance di sopravvivere", deve rettificare quanto affermato. Chiede inoltre che il presidente della Ferrari presenti le sue scuse per quanto detto nella prossima conferenza stampa e si astenga in futuro dal fare simili dichiarazioni.
Max Mosley ha inoltre ricordato che rimane il presidente in carica della Federazione fino ad ottobre e che in seguito saranno i membri della FIA a decidere della futura leadership della organizzazione, non certo la FOTA o Montezemolo.
L'incresciosa vicenda dimostra come una informazione faziosa e strumentale sulla Formula Uno possa portare conseguenze ben più gravi che non la sola indignazione da parte di qualche appassionato ancora in possesso del proprio raziocinio.

giovedì 25 giugno 2009

La Verità Sull'Accordo FIA-FOTA

Diffusi i dettagli sull'accordo trovato, appare sempre più chiaro che la cordata dei team dissidenti non ha ottenuto nessuna "capitolazione" da parte della federazione.
I componenti la FOTA (Formula One Team Association) rientrano sotto l'egida della FIA (Federation Internationale de l'Automobile) ed abbandonano qualunque proposito di dar vita ad un campionato alternativo per il 2010.
La riduzione dei costi voluta dalla federazione e oggetto del contendere, verrà applicata entro i prossimi due anni (questa è probabilmente l'unica concessione alle rimostranze dei dissidenti): i costi dovranno essere portati ai valori dei primi anni '90 (parametro forse un pò aleatorio).
Come parte dell'accordo, i costruttori dovranno fornire la necessaria assistenza tecnica ai nuovi team iscritti già al campionato 2010.
I team hanno inoltre ufficialmente riconosciuto l'autorità della federazione quale unico "governo" sportivo di questa disciplina, e si sono impegnati nuovamente a rispettare tutti gli accordi commerciali in vigore fino al 2012.
Max Mosley resta in carica fino all'esaurimento del suo mandato e, come già previsto da mesi, non si ricandiderà alle prossime elezioni per la presidenza. La provocazione riguardante un suo ripensamento su questo intento, infatti, è stata lanciata ad arte alla vigilia della riunione ed è servita esclusivamente ad alzare la posta, aggiungendo un nuovo "spauracchio" ai timori dei dissidenti.
Difficile, dunque, alla luce di questi termini, comprendere i titoli delle testate italiane: "Vince la Ferrari, disfatta per Mosley" (Repubblica.it), "trionfo montezemolo" (gazzetta.it), "La FIA cede ai team: vittoria Ferrari" (tuttosport.com). Ancora una volta gli organi di informazione italiani costruiscono una loro verità, pensando più a compiacere quei "tifosi" di cui si parlava nel primo articolo di questo blog, che ad informare utenti dotati di una propria capacità di giudizio.

mercoledì 24 giugno 2009

Dietro front della FOTA, ma la stampa italiana rilancia

Si è conclusa da poco la riunione della FIA che doveva dirimere la diatriba tra l'autorità sportiva e l'associazione delle scuderie di Formula Uno (FOTA). Pur non essendoci ancora dichiarazioni ufficiali appare chiaro che si è giunti ad un accordo, con i team dissidenti (capeggiati dalla Ferrari) che minacciavano l'organizzazione di un campionato alternativo, rientrati sotto l'egida della FIA che organizzerà l'unico campionato di Formula Uno anche nel prossimo anno.
Appare evidente che la minaccia del fantomatico campionato alternativo fosse un bluff per tentare di impedire al massimo organo dell'autorità sportiva automobilistica di svolgere indipendentemente il proprio lavoro: stabilire le regole di questo sport.

Naturalmente è lecito aspettarsi che siano state fatte delle concessioni alle richieste della FOTA, come è normale che avvenga in ogni contrattazione, probabilmente sulle tempistiche di applicazione della riduzione dei costi. Ma il "salto mortale" operato dalla stampa italiana è quanto meno "ardito": i primi titoli infatti, in perfetta sintonia con la campagna "di regime" tesa ad appoggiare la presa di posizione di Ferrari e compagnia, parlano di "vittoria della FOTA" o di "sconfitta di Max Mosley" mostrando quale rispetto abbiano gli organi di informazione italiana per una utenza considerata assolutamente manipolabile.
La Formula Uno, dunque, resta una sola, quella regolamentata, come sempre, dalla Federazione Internazionale dell'Automobile. Forse la Ferrari si è resa conto che un campionato alternativo cui avevano dichiarato di aderire team vincenti come la RedBull non sarebbe stato quel terreno di facile conquista che sembrava essere inizialmente, quando i team dissidenti erano meno numerosi...

domenica 21 giugno 2009

La RAI è l'ufficio stampa Ferrari?

Esempi della faziosità e della malafede dei cronisti Rai si possono rilevare ad ogni Gran Premio. Le "direttive" attuali impongono di sponsorizzare la causa Ferrari nell'ambito della diatriba regolamentare con la FIA (che, lo ricordiamo, è l'organo di gestione dell'autorità sportiva mondiale nell'autolmobilismo, esattamente come lo è il CIO per i Giochi Olimpici o la FIFA per il calcio) e così, in occasione dell'odierno Gran Premio di Silverstone, ecco Ettore Giovannelli, nei collegamenti pregara, contento come un bambino per il futuro fantomatico "campionato alternativo", che vorrebbe addirittura già diramare il calendario delle gare ipotizzate.

Durante il Gran premio, invece di svolgere il proprio lavoro di commentatore (del tutto ignorato un sorpasso di Alonso ai danni di Hamilton), Gianfranco Mazzoni, spalleggiato da Ivan Capelli, lancia la nuova crociata pro Ferrari: le rosse non verrebbero sufficientemente inquadrate, e il giornalista abruzzese ipotizza uno scenario punitivo dietro tale "ingiustizia".
Sempre a proposito dell'ormai mitologico "campionato alternativo" che la FOTA (leggasi "Ferrari") starebbe organizzando, Mazzoni si lancia in una ardita e personalissima previsione: è sicuro che sarà un campionato valido, interessante, eccitante, con regole stabili e intelligenti. Su quali basi abbia elaborato tali convinzioni, non è dato saperlo. Così come, avrete notato, si guarda bene dallo specificare quali siano le regole tanto assurde che Mosley (da lui più volte esplicitamente denigrato) vorrebbe "imporre" (ma perchè, negli altri sport sono i concorrenti che si fanno le regole da soli?).
Va ricordato che Mazzoni, Capelli, Giovannelli, Bruno e compagnia cantante, sono dipendenti Rai, quindi sono stipendiati da noi utenti attraverso il canone e dovrebbero svolgere un servizio pubblico! Se questi "professionisti" vogliono effettuare propaganda a favore di un singolo concorrente (o del soggetto commerciale che esso rappresenta), non si sa bene a quale titolo e con quale "ritorno", sarebbe auspicabile che lo facessero lontano da telecamere e microfoni della televisione di stato.

sabato 20 giugno 2009

Una Formula Uno Involgarita


Non vi è dubbio che la popolarità della Formula Uno sia cresciuta enormemente negli ultimi 20 anni. Ancora negli anni '80 costituiva un "prodotto" di nicchia, quasi da "iniziati": la Rai non trasmetteva affatto le qualifiche e ricordo dirette di Gran Premi interrotte per mandare in onda il telegiornale.
Poi si è deciso di farne un prodotto "di massa", da gettare in pasto al grande pubblico per riempire i (pochi) vuoti lasciati dal calcio, e quest'opera di massificazione mediatica ha inevitabilmente portato delle conseguenze nefaste.
Per poter catturare gli "appassionati della domenica" c'era bisogno di stuzzicare la naturale faziosità della gente comune, quel bisogno quasi tribale di appartenenza ad un gruppo che è alla base delle tifoserie calcistiche. E così i pochi appassionati si sono trasformati in tanti tifosi. "Tifosi" è un termine che difficilmente avremmo sentito accostato all'automobilismo in passato. Provate invece ora a contare quante volte viene pronunciato da Gianfranco Mazzoni durante una qualunque telecronaca...
Non cito a caso il cronista Rai, perchè proprio il giornalista abruzzese è stato strumento attivo di questo processo di imbarbarimento: grazie anche alle sue cronache faziose la Scuderia Ferrari è diventata una sorta di "nazionale" da difendere a spada tratta e il cui operato non va mai messo in discussione. Mazzoni si comporta da vero e proprio fomentatore, imbeccando con le sue sentenze proprio quella platea incompetente che chiede esattamente idee preconfezionate da poter utilizzare nelle chiacchiere da bar.
E così l'Italia intera si ritrova unita contro il presunto spionaggio di una scuderia inglese o contro una dubbia soluzione aerodinamica di alcuni team intraprendenti, ma ci si guarda bene dal parlare dei coprimozzi irregolari delle vetture italiane, dei comportamenti scorretti in pista dei piloti delle stesse, dei tanti favori ricevuti dalla FIA sotto forma di penalizzazioni assurde ed ingiustificate nei confronti dei rivali e, in definitiva, dei tanti titoli vinti in maniera del tutto immeritata.
Al "tifoso", in fondo, basta vincere, o comunque sentirsi adulato quando si perde con argomentazioni che mostrino la propria squadra come la "migliore". Basta dire al pubblico esattamente ciò che vuole sentire per riscuotere consensi... ma, per favore, non chiamiamolo "giornalismo"!

Questo blog nasce dall'esigenza di ribellarsi a tale informazione di regime e di dimostrare ai vari manipolatori mediatici e a tutti coloro che stanno cavalcando l'onda dell'involgarimento della Formula Uno che esistono ancora degli appassionati che non sono beceri tifosi da compiacere e addomesticare. Telespettatori che hanno occhi per vedere ciò che accade in pista a prescindere da ciò che il commentatore farnetica attraverso i microfoni, che usano ancora il proprio cervello per elaborare una opinione davvero personale, e che non pensano che l'orgoglio nazionale debba concretizzarsi in atteggiamenti omertosi nei confronti di comportamenti sportivi mafiosi.
Che siano in dieci o in mille a leggere queste righe non ha importanza, ciò che conta è che questo spazio costituisca un manifesto di indipendenza che reclama dignità per quella parte di fruitori del "prodotto Formula Uno" che non fanno parte del gregge addomesticabile e che non possono essere presi in giro.