mercoledì 28 aprile 2010

F-duct, bando alle illazioni

La Toro Rosso ha recentemente annunciato che non intende sviluppare la propria versione del chiacchierato "F-duct", il condotto aerodinamico introdotto dalla McLaren che permetterebbe ai piloti di mandare in stallo l'ala posteriore nei rettilinei.
La decisione del team di Faenza potrebbe sembrare incomprensibile se si desse credito alle stime sul supposto vantaggio prestazionale portato da tale soluzione aerodinamica proposte di continuo dai cronisti RAI e da una parte della stampa italiana. In realtà, come spesso accade, tali stime appaiono estremamente superficiali ad un esame solo poco più attento.
Chi punta il dito sul dispositivo McLaren esaltandone il presunto vantaggio che produrrebbe dimentica forse che la Formula 1 non è uno sport motoristico di pura velocità e che i Gran Premi non si disputano su circuiti ovali come avviene per alcune categorie statunitensi.
Prima che consideriate semplicistica questa obiezione, vi invito a considerare un dato oggettivo: la monoposto attualmente più competitiva, la Red Bull, pur avendo sempre registrato le migliori prestazioni cronometriche assolute, non ha mai ottenuto velocità di punta tra le migliori, in nessuno dei quattro circuiti finora raggiunti dal Mondiale 2010.
Il motivo è semplice: gli autodromi sono costituiti da un complesso di tratti veloci e guidati pensati per esaltare l'equilibrio tra motore, telaistica, assetto, aerodinamica e talento di guida. Oltretutto il tempo di percorrenza dei rettilinei, su tutte le piste, è sensibilmente inferiore a quello dei tratti misti. Se il tempo sul giro delle Red Bull è migliore di quello delle McLaren pur con velocità di punta inferiori è evidente che le monoposto austriache accumulano nei tratti misti un vantaggio superiore al gap accusato invece nei rettilinei.
Che poi una monoposto performante nel misto sia penalizzata sul veloce è lapalissiano perchè ciò che permette di andare forte nei tratti guidati è il carico aerodinamico, componente che notoriamente limita la velocità massima, senza tirare in ballo condotti "miracolosi". Tutto il carosello mediatico avrebbe senso se la McLaren avesse mostrato un vantaggio sul misto (grazie ad un carico aerodinamico superiore alla concorrenza) per poi non pagarne nemmeno lo scotto in rettilineo grazie al sistema di "stallo" dell'ala posteriore. Ma non è così: la McLaren è veloce sul dritto perchè ha un minore carico aerodinamico, e infatti mostra un evidente limite sul misto nel confronto con la Red Bull.
Quanto poi al fatto che il dispositivo "F-duct" porti un vantaggio nella possibilità di sorpasso, basta riavvolgere il nastro dei primi quattro Gran Premi per vedere quanto questo vantaggio sia in realtà fittizio: in Bahrain Hamilton è rimasto imbottigliato dietro alla Mercedes di Rosberg fino al pit-stop di quest'ultimo, e in Malesia, sempre Hamilton ha faticato non poco per superare addirittura Petrov, che dispone di una monoposto con lo stesso motore della Red Bull ma con una efficienza aerodinamica inferiore. In Australia Lewis girava più velocemente di quasi due secondi a tornata rispetto a chi lo precedeva, salvo poi doversi accodare ad Alonso per l'impossibilità manifesta di superarlo.
Insomma, la prossima volta che sentite qualcuno parlare di questo grande vantaggio apportato dal "F-duct" alla McLaren, fatevi un favore: cambiate canale...

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