sabato 20 giugno 2009

Una Formula Uno Involgarita


Non vi è dubbio che la popolarità della Formula Uno sia cresciuta enormemente negli ultimi 20 anni. Ancora negli anni '80 costituiva un "prodotto" di nicchia, quasi da "iniziati": la Rai non trasmetteva affatto le qualifiche e ricordo dirette di Gran Premi interrotte per mandare in onda il telegiornale.
Poi si è deciso di farne un prodotto "di massa", da gettare in pasto al grande pubblico per riempire i (pochi) vuoti lasciati dal calcio, e quest'opera di massificazione mediatica ha inevitabilmente portato delle conseguenze nefaste.
Per poter catturare gli "appassionati della domenica" c'era bisogno di stuzzicare la naturale faziosità della gente comune, quel bisogno quasi tribale di appartenenza ad un gruppo che è alla base delle tifoserie calcistiche. E così i pochi appassionati si sono trasformati in tanti tifosi. "Tifosi" è un termine che difficilmente avremmo sentito accostato all'automobilismo in passato. Provate invece ora a contare quante volte viene pronunciato da Gianfranco Mazzoni durante una qualunque telecronaca...
Non cito a caso il cronista Rai, perchè proprio il giornalista abruzzese è stato strumento attivo di questo processo di imbarbarimento: grazie anche alle sue cronache faziose la Scuderia Ferrari è diventata una sorta di "nazionale" da difendere a spada tratta e il cui operato non va mai messo in discussione. Mazzoni si comporta da vero e proprio fomentatore, imbeccando con le sue sentenze proprio quella platea incompetente che chiede esattamente idee preconfezionate da poter utilizzare nelle chiacchiere da bar.
E così l'Italia intera si ritrova unita contro il presunto spionaggio di una scuderia inglese o contro una dubbia soluzione aerodinamica di alcuni team intraprendenti, ma ci si guarda bene dal parlare dei coprimozzi irregolari delle vetture italiane, dei comportamenti scorretti in pista dei piloti delle stesse, dei tanti favori ricevuti dalla FIA sotto forma di penalizzazioni assurde ed ingiustificate nei confronti dei rivali e, in definitiva, dei tanti titoli vinti in maniera del tutto immeritata.
Al "tifoso", in fondo, basta vincere, o comunque sentirsi adulato quando si perde con argomentazioni che mostrino la propria squadra come la "migliore". Basta dire al pubblico esattamente ciò che vuole sentire per riscuotere consensi... ma, per favore, non chiamiamolo "giornalismo"!

Questo blog nasce dall'esigenza di ribellarsi a tale informazione di regime e di dimostrare ai vari manipolatori mediatici e a tutti coloro che stanno cavalcando l'onda dell'involgarimento della Formula Uno che esistono ancora degli appassionati che non sono beceri tifosi da compiacere e addomesticare. Telespettatori che hanno occhi per vedere ciò che accade in pista a prescindere da ciò che il commentatore farnetica attraverso i microfoni, che usano ancora il proprio cervello per elaborare una opinione davvero personale, e che non pensano che l'orgoglio nazionale debba concretizzarsi in atteggiamenti omertosi nei confronti di comportamenti sportivi mafiosi.
Che siano in dieci o in mille a leggere queste righe non ha importanza, ciò che conta è che questo spazio costituisca un manifesto di indipendenza che reclama dignità per quella parte di fruitori del "prodotto Formula Uno" che non fanno parte del gregge addomesticabile e che non possono essere presi in giro.

2 commenti:

  1. sottoscrivo tutto e non siamo pochi ! ottime le riflessioni, ma e anche vero che in un paese di solo calcio, se la f1 vuole vivere giornalisticamente parlando, deve usare le stesse armi purtroppo

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  2. Già, infatti succede pure nelle altre federazioni sportive che una sola
    persona abbia nelle mani un potere decisionale-discrezionale così grande
    sulle regole e sui quattrini (degli altri) così come ce l'ha "Patron" Mosley
    nella FIA...

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