domenica 26 luglio 2009

Due pesi e due misure

Spesso si rimane sconcertati nel constatare quanto palesemente le regole della Formula Uno vengano "piegate" ad interessi di parte con la tacita complicità di gran parte dei mezzi di comunicazione.
Alla partenza del Gran Premio di Ungheria il ferrarista Raikkonen si è reso protagonista di una manovra simile a quella per cui a Webber era stato inflitto un "drive through" nella gara precedente, andando a stringere prepotentemente Hamilton fino al contatto.
Mentre a Webber, per la stessa manovra ai danni di barrichello, è stata immediatamente comminata la sanzione da scontare nel corso della stessa gara, nei confronti di Raikkonen i commissari hanno segnalato una vaga investigazione con convocazione del pilota per il dopo gara. Come era prevedibile l'udienza del finlandese si è risolta in un nulla di fatto e nessun provvedimento è stato preso ai suoi danni.
Passano gli anni e si avvicendano i piloti, ma certe meccaniche politiche sembrano proprio non voler essere dismesse. Evidentemente Mosley non è affatto pazzo quando chiede una Formula Uno più indipendente dall'influenza dei costruttori e dei team che rappresentano grossi gruppi industriali.
Una chicca da segnalare a proposito del "servizio pubblico" Rai: al termine di qualunque gara motoristica è consuetudine inquadrare il muretto box del team del vincitore; in occasione dell'arrivo del GP d'Ungheria, la Rai ha pensato bene di inquadrare invece il muretto Ferrari, nonostante Raikkonen fosse al secondo posto.
Qualcuno dovrebbe spiegare ai vertici Rai che la Ferrari non è affatto la nostra rappresentativa nazionale e, se da parte di una televisione commerciale si potrebbe anche comprendere una eventuale predilezione per particolari gruppi industriali, ciò è totalmente inaccettabile per un servizio pubblico pagato, attraverso il canone, dagli utenti.

2 commenti:

  1. SARà MA CHI PAGA TUTTO VE LO SIETE CHIESTO? e se la ferrari non rappresenta l'ITALIA chi dovrebbe rappresentarla? la renoult...? oppure benetton ...? ciao

    RispondiElimina
  2. Ciao igloo, non è che la Ferrari non rappresenti, in un certo qual modo, l'Italia, ma la Formula 1 non è uno sport a cui prendono parte le federazioni sportive delle varie nazioni, come il calcio o la Pallavolo, quindi non possiamo pensare alla Ferrari come alla nostra "nazionale". Anni fa, insieme alla Ferrari c'erano anche Alfa Romeo, Minardi, Scuderia Italia e tanti altri team italiani. Oltretutto, dietro la Ferrari ci sono anche capitali esteri, tecnologia straniera, partner tecnici di varia provenienza... perchè il servizio pubblico deve regalare ritorno pubblicitario a questi soggetti commerciali (e non certo sportivi)?

    RispondiElimina